Il caffè.
Kit base di sopravvivenza per lo studente universitario in crisi, odore di casa per ogni italiano lontano da casa, il vero buongiorno per molti.
Spesso la domanda è: ma il caffè posso berlo? quanti caffè?
Generalmente il problema non è mai il caffè in sé, ma lo zucchero aggiunto che si mette in ogni tazzina… soprattutto quando le tazzine sono molteplici. Considerando che di media, un cucchiaino sono 5g di zucchero, con soli 4 caffè al giorno, siamo già al limite di zuccheri aggiunti consentiti.
Al di là di specifiche patologie o disturbi per cui il consumo di caffè può essere sconsigliato ( per disturbi gastrici ad esempio, è sempre sconsigliato a stomaco vuoto ), il mio consiglio è quello di limitare il consumo a 3 caffè al giorno (evitando di arrivare in uno stato di sovreccitazione), meglio se amaro ovviamente, ma se proprio amaro non va giù, meglio non cercare scorciatoie con dei dolcificanti chimici, tanto vale usare quel cucchiaino di zucchero tanto temuto.
Ci sono diverse miscele di caffè, la varietà Robusta è più ricca di caffeina rispetto all’Arabica che è anche meno amaro al palato.
Inoltre, il caffè espresso contiene meno caffeina del caffè preparato con la moka,poiché la caffeina si libera in soluzione acquosa ( per questo il caffè Americano ne contiene ancora di più, sebbene organoletticamente sembri più leggero ).
I suoi benefici sono legati all’apparato cardiovascolare, grazie ai suoi polifenoli con potere antiossidante, può aiutare nella digestione poiché aumenta la secrezione acida della stomaco; è anche un buon aiuto contro il mal di testa per la sua azione vasocostrittrice.
Per i successivi caffè della giornata, meglio ricorrere al decaffeinato: si eviterà un eccessivo consumo di caffeina, mantenendo però l’assunzione di altre sostanze antiossidanti, gli acidi clorogenici che sono in grado di diminuire la risposta insulinica e l’assorbimento di glucosio.
Quindi, si al caffè a colazione, anche per risvegliare le facoltà mentali e cognitive, cercando di non aggiungere zuccheri!