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Febbraio 28, 2018by admin0

“Le uova mi piacciono, ma le evito, sa.. per il colesterolo”

In realtà le uova contengono molto più del cattivissimo colesterolo; le uova di gallina, quelle più consumate,contengono proteine di alta qualità e in quantità, quindi tutti gli amminoacidi essenziali che l’organismo non è in grado di produrre, oltre a vitamine (A,B6,B12) e minerali (colina,ferro,calcio,fosforo,potassio).

E il colesterolo? Un uovo ne contiene all’incirca 200 mg,per cui, stando ai valori stabiliti, con due uova, saremmo già fuori dal range consentito di 300 mg. La presenza delle lecitine però favorisce il trasporto del colesterolo dalle arterie al fegato, potenziando quindi l’attività delle Hdl, ossia il colesterolo BUONO. Inoltre le uova, (tranne che fritte o eccessivamente cotte), sono facilmente digeribili.

Inseriamo quindi le uova nella nostra dieta, di buona qualità, biologiche, che sia a colazione, a pranzo, a merenda, come volete!

Che sia una frittata dolce con un frutto o un toast con un uovo…In fondo Emma Morano ha dichiarato che uno dei suoi segreti della vita ultracenteneria era proprio mangiare 3 uova al giorno!


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Febbraio 27, 2018by admin0

Tutti i tipi di salmone sono uguali? Quali sono le differenze tra quello di allevamento e quello selvaggio? Attualmente, è molto più diffuso il salmone di allevamento e sempre più raro quello selvaggio. Nell’Oceano Atlantico, ritroviamo una sola specie di salmone (il salmo salar), nel Nord Pacifico ci sono invece ci sono sei specie di salmone di cui cinque pescate.
Queste sono:

Salmone reale: È la specie più grande dell’Alaska. È possibile acquistarlo fresco per 9/10 mesi all’anno oppure affumicato e congelato, in pezzi interi o in filetti.

Salmone rosso: ha dimensioni medie ed è più sottile.Le sue carni sono di un colore rosso intenso ed è più compatta.

Salmone argentato: è il più simile al Salmo Salar dell’atlantico, è il più popolare in Europa.

Salmone Keta: ha un sapore delicato e un prezzo conveniente.

Il salmone si può pescare con pesca troll: ossia con lunghe lenze oppure con le reti in mare aperto.

La gran parte del pesce che abbiamo in Italia, proviene dalla Norvegia,ma può essere anche irlandese,scozzese,cileno.

Nella maggior parte dei casi, si tratta di salmone di allevamento, proprio per la scarsa disponibilità di salmone selvaggio.

Quando si può, accettando il fatto che quest’ultimo avrà sicuramente un prezzo più alto ( a partire dai 50€ al kg all’incirca), è meglio scegliere questa varietà, e magari prestare attenzione all’etichetta, la “salatura a secco” ci assicura qualità organolettiche migliori poiché significa che non è stata usata salamoia. Inoltre, l’etichetta ci dice anche come viene affumicato : “con legno di faggio,quercia..” e ciò sta ad indicare che è stata utilizzata la tradizionale tecnica di affumicatura e non tramite l’uso di distillati di fumo liquido (metodo più conveniente, perché il salmone non perde peso).

Il contenuto lipidico è inferiore dai 2 ai 4 g per 100g contro 10/13 del salmone di allevamento, ed ovviamente, presenterà meno inquinanti o residui di eventuali antibiotici. Entrambi sono fonte di Omega3, ma pensare di assumerne abbastanza solo con l’introito di salmone è un utopia, in alcuni casi è necessaria un integrazione con dei buoni prodotti, che abbiano almeno certificazione IFOS.

In generale, consiglio il consumo di pesce di taglia “grande” una-due volta a settimana a seconda dei casi; è buonissimo insieme ad una salsa di avocado a comporre un toast, o il trancio al forno con una salsa tzatziki di accompagno, o al curry cotto con latte di cocco!


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Gennaio 29, 2018by admin0

Conosciamo tanti metodi di cottura, spesso però usiamo quasi sempre le stesse tecniche, un po’ per abitudine, perché non ci pensiamo o magari non conosciamo alternative. In linea generale, si consiglia sempre di mangiare cibi non troppo cotti, in particolare le verdure (ma anche la pasta,ad esempio, se al dente presenta un indice glicemico più basso) per conservarne al meglio le proprietà.
Ogni metodologia di cottura ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi.

BOLLITURA
Si sottolinea spesso come questo metodo “rovini” l’alimento, causando perdita dei nutrienti, ed è vero. Per evitare ciò, è sufficiente cuocere l’alimento in poca acqua, ad esempio i legumi, che saranno anche più cremosi in questo modo. Oppure si può utilizzare l’acqua di cottura per qualche altro uso, dopo aver cotto le verdure, si può usare la stessa acqua per cuocere del riso o della pasta. Le verdure possono essere sminuzzate e cotte in poca acqua.

VAPORE
In questo modo, si conservano meglio i nutrienti, è una tra le cotture più salutari anche perché non prevede aggiunta di grassi. Per renderla una metodica perfetta, basta stare attenti a non stracuocere gli alimenti!

FORNO
Il calore arriva sulla superficie esterna e provoca la formazione di una crosticina che mantiene i succhi e i nutrienti dell’alimento, ancora meglio se parliamo di cottura al forno al cartoccio, dove l’alimento può cuocere nei suoi stessi succhi e senza aggiunti di grassi ( ad es un salmone al cartoccio condito prima con erbe aromatiche o spezie! )

STUFATURA
O cottura in umido, che prevede dei tempi lunghi che denaturano l’alimento, allo stesso tempo però, cuocendo nei suoi stessi succhi, vengono “recuperati” in parte quei nutrienti che sopravvivono alla cottura prolungata.

PENTOLA A PRESSIONE
Sicuramente ci fa guadagnare del tempo, soprattutto per alcuni alimenti ( come i legumi o i cereali integrali ). Riducendo i tempi di cottura, non va ad intaccare i nutrienti, anzi, alcuni studi ne evidenziano le proprietà conservative! Inoltre migliora la digeribilità di legumi e cereali.

GRIGLIA E PIASTRA
Non prevedono l’uso di grassi aggiunti, sono perciò di base, abbastanza salutari. Bisogna fare attenzione a non carbonizzare gli alimenti, per evitare che si producano sostanze tossiche.

MICROONDE
Può essere un’alternativa veloce per cibi di piccole dimensioni. Rispetto alle altre tipologie, lavora a temperature più basse, perché in realtà cuoce dall’interno verso l’esterno, sfruttando il moto delle molecole di acqua contenute nell’alimento,che produrrà quindi calore. Il cibo si riscalda quindi proporzionalmente al suo contenuto di acqua. Complessivamente, mantiene i nutrienti data la bassa temperatura a cui agisce e i tempi brevi.

FRITTURA
Cottura che avviene in un grasso, che sia olio vegetale o strutto o altro. Inoltre, possono formarsi sostanze nocive se non si presta attenzione alla temperatura di cottura. Può essere utilizzato saltuariamente come “stimolo” per il fegato, purché si utilizzi olio EVO ( che ha un punto di fumo di 210gradi ) alla giusta temperatura e si cambi spesso.

Come per gli alimenti, il consiglio è sempre quello di variare e sperimentare in cucina, per non annoiarsi mai e per assimilare sempre il meglio da quel che mettiamo in tavola!


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Gennaio 20, 2018by admin0

Il cocco. Per me un amore da sempre, non esisteva gelato da bambina che non avesse almeno una pallina di cocco.. o di dolce con farina di cocco. Il vintagissimo gelato dell’Antica Gelateria nella mezza noce a fine pasto al ristorante ( così anni 90! );Il primo viaggio ai Caraibi, che aveva tra i tanti scopi, quello di bere da una noce di cocco appena raccolta.
Dopo l’amore per il gusto, l’aspetto puramente edonistico, ne ho scoperto le proprietà.
Composto per la metà di acqua, contiene potassio, zinco, ferro, rame, fosforo ed altri minerali.
Ovviamente, si, contiene anche una buona quantità di grassi, all’incirca 35g per 100g di prodotto; questi grassi, sono acidi grassi a catena media (MCT), ossia, acidi grassi contenenti 6-12 atomi di carbonio. Nel cocco in particolare, è contenuto Acido Laurico, che essendo appunto a media catena, subisce un processo di digestione diverso rispetto agli acidi grassi a lunga catena ( ossia con più atomi di carbonio ), infatti non richiede l’azione emulsionante dei sali biliari, viene assorbito ed idrolizzato direttamente dalla mucosa intestinale. Questi acidi grassi inoltre, sembrano avere un azione antimicrobica poiché agiscono da inibitori della crescita batterica.

Cocco

Dal cocco si ricavano diversi prodotti alimentari, innanzitutto è bene distinguere tra acqua di cocco e latte di cocco: la prima è un liquido che si trova nella noce; il secondo si ottiene invece dal trattamento della polpa,che viene spremuta, addizionata di acqua e filtrata. L’olio si ottiene invece spremendo la polpa essiccata, questo viene utilizzato sia in cucina ( ottimo per preparare il pollo al curry!) o in cosmesi,personalmente l’ho utilizzato per struccarmi ed oltre ad avere un profumo fantastico, fa egregiamente il suo dovere!
In un piano alimentare, mi piace inserirlo come snack, per il suo alto potere saziante: che sia un pezzetto di cocco fresco, o come ingrediente di qualche ricetta, accompagnato ad uno Yogurt bianco, o uno yogurt fatto esclusivamente di latte di cocco (buonissimo!). Il cocco ha la capacità di abbassare i livelli di colesterolo LDL e i trigliceridi nel sangue, alza i livelli di HDL (il così detto colesterolo buono), migliora quindi il profilo lipidico; inoltre è ricco di polifenoli antiossidanti
Uno studio su dei topi da laboratorio, ha messo a confronto una dieta ricca di grassi e carboidrati, una ricca di carboidrati e di olio di cocco vergine per 16 settimane. Alla fine di queste, i ratti alimentati con olio di cocco, avevano perso peso, diminuito i livelli di glicemia e quelli di pressione arteriosa ( Panchal SK, Carnahan S, Brown L ). Ciò non toglie però, che l’olio di eccellenza per la popolazione italiana, a mio parere, resta sempre quello Extra Vergine di Oliva, terrei in considerazione l’olio di Cocco come valida alternativa nella preparazione di dolci o pietanze dal sapore esotico.


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Gennaio 12, 2018by admin0

La rapa rossa, non solo per insalate o per accompagnare carni.. oggi vi presento una sua versione dolce!

Ingredienti:

300g di Rape rosse cotte

4 uova

110g di Farina integrale

70g di Farina di mandorle

20g di Cacao amaro in polvere

70g di Miele

1 bustina di lievito per dolci

50g di Olio di Mais Biologico oppure Olio di Cocco

20g di fave di cacao (facoltative)

 

In un mixer, tritare le rape rosse insieme al miele e alle uova, ottenendo una crema di un bellissimo colore acceso!

Aggiungere le farine e il cacao al composto, il lievito e l’olio di mais.

Fuori dal mixer, unire le fave di cacao. A questo punto versare il composto nei pirottini ed infornare a 180° per circa 20-25 minuti.

Dolcetti alla rapa rossa

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Gennaio 10, 2018by admin0

L’etichetta alimentare è definita come:

Qualunque marchio commerciale o di fabbrica, segno, immagine o altra rappresentazione grafica scritto, stampato, stampigliato, marchiato, impresso in rilievo o a impronta sull’imballaggio o sul contenitore di un alimento o che accompagna tale imballaggio o contenitore.”

(Art. 1 Reg. 1169/2011)

Le etichette degli alimenti, possono dirci molte cose.

La scelta di un tipo di pane rispetto ad un altro, di un tipo di cereale o altro, può essere determinata dal confronto delle etichette di questi prodotti.

A volte si butta nel carrello tutto ciò che capita, basterebbe invece spendere qualche secondo in più al retro della confezione per poter fare la scelta migliore.

Dal punto di vista della legislazione, l’etichettatura segue Il Regolamento (UE) 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, così da tutelare la salute del consumatore e di fornire un’informazione chiara.

Le indicazioni obbligatorie sono:

Denominazione dell’alimento

Ossia il nome dell’alimento, la sua descrizione (biscotto, cacao , salmone..) accompagnato dalla descrizione dello stato fisico in cui si trova o dei trattamenti che ha subito (in polvere, affumicato..)

Elenco degli ingredienti

Cioè l’elenco di tutto ciò che compone il prodotto.

L’elenco riporta tutti gli ingredienti in ordine decrescente: al primo posto avremo l’ingrediente principale, andando poi a diminuire lungo l’elenco. In questa fase, prestare attenzione alla presenza di allergeni per i soggetti allergici.

Durabilità del prodotto

Data di scadenza: rappresenta il limite oltre il quale il prodotto non deve essere consumato.

Termine minimo di conservazione (TMC): indica che il prodotto oltre la data riportata, può aver modificato alcune delle caratteristiche organolettiche,ma può comunque essere consumato.

Condizioni di conservazione ed uso

Sono indicazioni che ci consentono di mantenere al meglio l’alimento o di sfruttarne al meglio le sue qualità.

Paese di origine e luogo di provenienza

Andate più a fondo rispetto all’immagine che vi viene presentata, può succedere che la reale provenienza sia diversa da quel che la presentazione faccia credere.

Dichiarazione nutrizionale

Non fermatevi solo alla voce “calorie”, cercate di capire anche se e quanti zuccheri, grassi saturi, sale contiene l’alimento, cercando di capire i valori nutritivi.

Un prodotto può definirsi per legge “a basso contenuto di zuccheri” se contiene non più di 5 g di zuccheri per 100 g per i solidi o 2,5 g di zuccheri per 100 ml per i liquidi. O “senza zuccheri aggiunti”, se il prodotto non contiene zuccheri o ogni altro prodotto utilizzato per le sue proprietà dolcificanti . Se l’alimento li contiene naturalmente si deve riportare sull’etichetta: “contiene naturalmente zuccheri”.

Inoltre, può definirsi “ad alto contenuto di fibre” se contiene almeno 6g di fibre su 100g, o almeno 3g di fibre per 100 kcal.

In conclusione, posso dirvi che: a volte gli zuccheri sono nascosti (zucchero, sciroppo di glucosio, miele, destrosio, sciroppo d’agave, fruttosio) ed anche i grassi (margarina, olio di mais, burro, strutto).

Meno ingredienti sono presenti, migliore è la qualità del prodotto.

Minore è il numero degli ingredienti che compaiono maggiore è la qualità del prodotto

Non lasciatevi ingannare dal packaging: andate sempre a fondo!

Più informazioni sono sinonimo di maggior garanzie sulla qualità del prodotto.

Gli ingredienti di qualità sono sempre messi in risalto,se un alimento utilizza olio di oliva invece che di palma, è certamente una caratteristica che il produttore vorrà mettere in risalto.

Fate la spesa.. Consapevolmente!

Lots of Nutrition facts

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Gennaio 7, 2018by admin

Il Ribes Nigrum o Ribes nero, o uva spina nera, è una pianta della famiglia delle Saxifragacae; tipica pianta spontanea del nord e del centro Europa ma anche dell’Asia settentrionale.

L’etimologia probabilmente deriva dalla parola araba “Ribus” ossia “pianta dai frutti aciduli”; veniva usato in prevenzione nelle epidemie di peste nel diciassettesimo e diciottesimo secolo.

Il frutto è utilizzato,in particolare in Francia, in Borgogna,per la preparazione di un liquore : Cassis.

Quel che viene utilizzato maggiormente, è il macerato glicerico, per cui vengono quindi utilizzate le gemme, ricche di derivati fenolici e vitamina C.

Per la sua azione, si definisce un Cortison-like, ed è di aiuto quindi negli stati infiammatori. Ha inoltre un azione immunostimolante, diuretica e vasoprotettrice.

Nelle allergie stagionali, è un valido alleato nella prevenzioni di manifestazioni allergiche come riniti, oculoriniti e nell’asma bronchiale, in associazione con Viburnum Lantana MG.

Dose e somministrazioni ovviamente si valutano in base alle proprie necessità.

 

 


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Gennaio 7, 2018by admin

2 Weetabix

Latte qb

Formaggio Quark 150g

1 Cucchiaio di miele

Fragole

Farina di cocco

Vaniglia in polvere

 

Sbriciolare i weetabix in una ciotola ed aggiungere del latte per amalgamare. Versare poi il composto in un un coppapasta.

Amalgamare il formaggio quark con il miele e la vaniglia.

In una padella antiaderente, mettere le fragole con un goccio di acqua e lasciar cuocere a fuoco basso finché non si avrà un composto omogeneo.

A questo punto, aggiungere il formaggio nel coppapasta, ricoprire con il composto di fragole e spolverare con la farina di cocco.

Guarnire con fragole fresche e.. Buona Colazione!

cheesecake

 


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Gennaio 7, 2018by admin

Ingredienti:

Ceci lessati 350g

Pomodori secchi 45g

Aglio fresco

Erbe aromatiche: prezzemolo,origano,basilico

Olio EVO

Curcuma

Riso Basmat

Polpettine di ceci

Mettere a bagno i pomodori secchi, una volta rinvenuti, scolarli ed unirli ai ceci cotti.

In un mixer frullare il tutto aggiungendo dell’aglio ed erbe aromatiche a piacere, aggiungere dell’olio per migliorare la consistenza. Formare delle palline e disporle su una teglia da forno.

Cuocere il riso basmati aggiungendo se gradito, un cucchiaino di curcuma in cottura.

Con l’aiuto di un coppapasta, dare forma al riso e servire insieme alle polpettine.

Insieme ad una porzione di verdure, avremo pronto il nostro piatto unico!


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